Piaget e molti altri ricercatori ci hanno dato un'immagine globale delle fasi che attraversano i bambini durante lo sviluppo.
Esiste un ordine globale, ma ci sono molte variabili all’interno di esso.
Le teorie inerenti lo sviluppo possono fornire una struttura con cui organizzare i propri interventi educativi e capire i bambini, ma esse non dovrebbero essere usate come un parametro per giudicare i diversi bambini. Alcuni bambini si sviluppano più o meno velocemente e non sempre per le vie prescritte e previste o nei tempi previsti. In particolare questo accade in presenza di disabilità, per esempio in presenza di disabilità visiva..
L’unicità degli esseri umani e del loro ambiente devono occupare sempre il primo posto nella mente degli insegnanti.
Gli esperti di mobilità hanno la responsabilità di accrescere lo sviluppo del bambino che è influenzato dalla disabilità visiva e/o da altre circostanze fisiche. L’operazione non è facile in quanto il risultato non rientra su una scala di sviluppo “normale”.
Le teorie inerenti lo sviluppo ci danno un mezzo importante per strutturare l’insegnamento in modo logico ed efficace, ma c'è di più. Piaget ci ha detto che i bambini scoprono il mondo con le proprie azioni.
L’insegnante deve fungere da guida, consigliare e dovrebbe stimolare il bambino affinché imparare “accada”. Deve fornire esperienze ricche di stimoli sensoriali che sviluppano le conoscenze e i concetti. Gli input sensoriali non visivi possono essere raccolti soltanto se il bambino si muove attraverso lo spazio e attivamente ricerca i rapporti spaziali.
Una dimostrazione molto efficace che usano gli insegnanti di OM riguardo ai metodi didattici concreti è “il concetto di mela”.
Viene mostrata l’immagine di una mela e viene chiesto alle persone cosa dice loro questa immagine; qualche parola e niente più.
Poi viene mostrata una mela di plastica; ora le persone spendono qualche altra parola in più.
Dopo viene mostrato un cestino pieno di mele reali, alcune intere, altre tagliate a metà. Viene chiesto di prenderle, toccarle, annusarle, mangiarle. Ne risulta che l’esperienza “concreta” è in grado di dare il concetto di “mela”; un’esperienza multisensoriale che è reale e onesta. Andare in un frutteto e cogliere la mela dall’albero sarà un’esperienza educativa ancora migliore.
In questo modo si fa orientamento e mobilità.
L’esplorazione percettiva costituisce la base concettuale e lo sviluppo intellettuale.
Il ruolo del tecnico di OM non è solo quello di insegnare ad usare il bastone bianco, è molto altro. Bisogna prestare molta attenzione a pretendere dai bambini abilità neuromuscolari o intellettuali prima che siano “maturamente” pronti, ciò potrebbe essere nocivo e professionalmente irresponsabile. Le valutazioni devono essere specifiche, per fornire programmi adatti a seconda dell’età e del momento opportuni.
Per il tecnico di OM è di importanza fondamentale conoscere quando un bambino potrebbe essere pronto per capire i "punti di riferimento" e a “concatenarli”; a che età può capire cosa significhi camminare in linea retta; quando è in grado di padroneggiare i movimenti utili per le tecniche del bastone lungo, a che età può afferrare i concetti spaziali, lo spazio topografico (il mondo degli oggetti, delle figure, delle strutture) lo spazio euclideo (disposizioni, sistemi coordinati, punti di riferimento) e lo spazio proiettivo (prospettiva).
Il tecnico di OM deve "sapere" che lo sviluppo coinvolge diverse componenti che funzionano in connessione tra loro secondo la logica dell'interattività e della reciprocità (visione sistemica) e che questa logica obbliga a considerare lo sviluppo come un processo "probabilistico", ovvero, l'esito dei processi evolutivi dipende dal modo in cui essi si realizzano e non da un piano prefissato.
Alcune strategie e filosofie di insegnamento che il tecnico di OM usa sono:
- Problem solving: l'allievo deve essere messo in condizione di sperimentare in prima persona, risolvere i problemi contando sempre più sulle proprie abilità, trovare strategie e soluzioni personali. Sperimentare, capire e fare, è sequenza ripetuta per qualsiasi tipo di concetto, abilità e obiettivo specifico. Variazioni e/o adattamenti vengono applicati in base agli argomenti e alle circostanze.
- Camminare dietro: il tecnico di OM usa questa strategia per permettere alla persona di sviluppare le proprie abilità. Camminare davanti o accanto permette alla persona di "seguire" il proprio insegnante, togliendole la responsabilità di auto-orientarsi.
Camminare accanto è strategia seguita all'inizio; camminare davanti lo si fa in particolari situazioni, per esempio, quando si chiede di seguire il proprio passo, voce o altro suono volutamente prodotto.
- Distanza: agli inizi o durante le prime lezioni l'insegnante rimane vicino alla persona. La vicinanza permette di far superare l'insicurezza e fornire assistenza costante. Quando la persona ha sviluppato delle buone competenze, l'insegnante pian piano si allontana e offre meno aiuto. La distanza aumenta le abilità e l'indipendenza. Alla fine del programma di OM, l'insegnante è a disposizione solo per eventuali emergenze.
- Risposte: le risposte sono rivolte all'aiuto per la risoluzione dei problemi. La persona deve avere il tempo di ragionare, pensare, provare e riprovare ed è per questo che raramente vengono fornite risposte dirette.
- Disorientamento: raggiunto un buon livello di indipendenza e di risoluzione dei problemi, se le persone si disorientano l'insegnante lascia che esse risolvano da sole il problema. Se il problema non viene risolto si interviene soltanto per suggerire delle strategie da attuare e infine per discutere e ricercare i motivi del disorientamento.
- Buonsenso: così come la gente vedente non attraversa le superstrade a piedi, non passeggia di proposito sotto una tempesta ed evita determinate zone urbane, lo stesso vale per chi ha problemi visivi. Non bisogna pretendere prestazioni "super" per dimostrare qualcosa, anzi, spesso vale il contrario. Tutto il programma si basa sui modelli e sulla cultura ambientale e soprattutto sul buonsenso.
- Aspettative future: viviamo in un periodo di cambiamenti veloci. Le tecnologie stanno trasformando il mondo e anche i tecnici di OM, come altri professionisti, devono diventare dei buoni "futurologi". Bisogna valutare e prevedere le competenze significative per il futuro..
(Gli ambienti cambiano rapidamente: disposizioni dei supermercati, centri commerciali; disposizioni stradali: rotatorie, attraversamenti; tastiere del telefonino, del computer, ...).
- Tutti possono imparare: i bambini con disabilità visiva possono imparare, gli anziani con disabilità visiva possono imparare, le persone con pluridisabilità possono imparare. Non tutti impareranno allo stesso modo e negli stessi tempi, ma tutti si sforzeranno di imparare e otterranno risultati.
- Il successo alimenta il successo: gli atteggiamenti positivi, le risposte costruttive, ecc., tutte le buone intenzioni sono il giusto atteggiamento che alimenta il successo e sono il motore di spinta per qualsiasi individuo.
- Valutazione: il lavoro e i risultati vengono valutati seguendo tre criteri:
1. Esperienza: l'esperienza riduce i timori ed aumenta l’introspezione, è la prima fase per conoscere
e diventare competenti. I bambini hanno bisogno delle esperienze reali per lo sviluppo dei
concetti. Le discussioni o le simulazioni non conducono sempre al mondo reale.
2. Conoscenza: è la fase dove si apprendono nuovi concetti, abilità, obiettivi della lezione,
consapevolezza, comprensione verbale: richiede il tempo necessario per esplorare, provare,
riprovare, confrontare.
3. Competenza: la fase finale è dimostrare competenza.
Gli allievi (bambini o adulti) devono dimostrare la padronanza degli obiettivi.
Spesso non conta il risultato, ma la consapevolezza e la competenza nel gestire le situazioni.
P.e. se un allievo si perde o si disorienta ma riesce a gestire la situazione in modo calmo e
consapevole, magari facendosi aiutare da qualcuno, l’obiettivo è raggiunto
Ruolo del sistema visivo
Particolare importanza viene data alla comprensione del ruolo del sistema visivo per capire meglio cosa comporti la mancanza della vista, sia totale che parziale.
Il tecnico ne discute con i propri utenti, con i loro familiari e con tutte le persone che richiedono la sua consulenza o intervento specifico.
Comunemente la vista è intesa come un sistema di identificazione del mondo: come è fatto, cosa si sta guardando, ecc.; è il senso privilegiato per muoversi e orientarsi.
In effetti è molto di più. La lista che segue, anche se sommaria, prende in considerazione alcuni aspetti importanti. La vista è un sistema di:
- Identificazione
La visione è un sistema di riconoscimento delle forme. Rileva ciò che ha valore per la sopravvivenza. Le facce sono importanti, i movimenti del corpo, le lettere che formano le parole, ecc.
- Orientamento e mobilità
La visione è un sistema di "navigazione" magnifico. Può funzionare in modo subcosciente, o può tracciare coscientemente la disposizione spaziale di una stanza. Possiamo fantasticare o risolvere problemi mentalmente mentre stiamo camminando in un viale, su un marciapiede, ecc., prendendo appena in considerazione ciò che sta accadendo intorno a noi. Ci muoviamo automaticamente nell’ambiente: evitiamo gli ostacoli, passiamo attraverso le porte o da una parte all’altra della strada senza dover arrestare il nostro cammino. I nostri spostamenti sono così automatici e inconsci che non ci rendiamo conto del lavoro importante che svolge il sistema visivo.
- Passo/andatura
L’andatura: equilibrio, ritmo, velocità, movimenti di braccia e gambe, è parzialmente modellata sullo stile di movimento dei modelli che osserviamo: genitori, fratelli, ecc. I bambini ciechi non possono modellare visivamente l’andatura delle persone intorno a loro; devono necessariamente imparare l’andatura: come mettere i piedi, ecc.
Chi vede ha il tempo di reagire in caso di pericolo; le persone cieche per registrare i pericoli e gli scontri imminenti, camminano con il baricentro spostato indietro, sui talloni (alcuni fanno esattamente l’opposto) e ne risulta un’andatura non naturale e funzionalmente sconveniente.
Il tecnico di OM deve valutare i modelli di andatura e aiutare le persone a controllare e imparare il modello più accettabile e funzionale possibile.
- Equilibrio
La visione è strettamente collegata al sistema dell’equilibrio del corpo. Ci sono collegamenti diretti del cervello fra il sistema vestibolare dell’orecchio interno e il sistema visivo. In alcune condizioni di malattia, quando l’orecchio centrale è danneggiato, l’unico senso in grado di compensare questo danneggiamento è la vista. Se non c’è la vista l’individuo cade.
La perdita della vista è anche la perdita di un sistema di equilibrio; i bambini ciechi possono essere meno stabili rispetto ai bambini che vedono, in particolare nelle fasi iniziali dello sviluppo.
- Postura e gestualità
Ogni cultura ha modelli di postura e gestualità accettabili e non. Chi non vede non conosce questi modelli. Non vedono quando una persona muove rapidamente le gambe o rigira le dita nei capelli (segno che è impaziente o irritata); quando cambia le espressioni del viso (mimica facciale che può avere diversi significati). Se non si aiutano a capire questi modelli di comportamento, di linguaggio del corpo, i non vedenti svilupperanno dei "manierismi", dei movimenti inadeguati del corpo; segnali che non contengono le informazioni non-verbali culturalmente accettate e comprensibili.
- Sicurezza
La visione ci collega con lo spazio, fornendoci una sensibilità di stabilità, sicurezza o insicurezza. Per chi non vede, essere lasciato nel centro di una stanza senza alcun contatto: con una parete, un oggetto, una persona, può dare un senso di instabilità e insicurezza (in queste situazioni il manierismo può aumentare).
- Comunicazione
La visione svolge un ruolo enorme nella comunicazione non-verbale umana. I gesti del corpo, le espressioni facciali, i movimenti degli occhi, trasmettono segnali culturalmente codificati. Trasmettiamo questi segnali e leggiamo quelli degli altri. Sono importanti nella vita di relazione e segnalano: umore, preoccupazione, cooperazione, interesse, disinteresse e tutta una gamma di emozioni umane. Le persone non vedenti hanno lo svantaggio di non poter trasmettere e leggere i segni culturali visivi.
- Un ruolo importante per i tecnici di OM è aiutare a capire la comunicazione non-verbale. Spesso chi non vede comunica con periodi più lunghi del discorso per riempire lo spazio “vuoto” della comunicazione non verbale.
La mimica facciale merita una considerazione speciale. Gli esseri umani usano la faccia come nessun'altra creatura vivente. Il cervello umano contiene centri che hanno il solo compito di identificazione dei volti e di leggere e trasmettere i segnali facciali.
Le persone vedenti fanno riferimento ai tratti somatici, le persone cieche alla voce.
Per le persone che perdono la vista, l’incapacità di riferirsi ancora alle facce può creare difficoltà psicologiche serie.
- Verifica
La vista ci aiuta non soltanto a identificare il mondo, fissa i concetti.
La visione verifica che la voce di quella persona è del nostro amico, che quel particolare profumo od odore provengono da ..., ci dice se abbiamo un bel colorito, ecc.; è un ulteriore senso di verifica della realtà.
- Estetica
Per concludere, le arti sono soprattutto visive. Quadri, films, grafici, libri, videogiochi, ..., c’è tutto un mondo di intrattenimento che non è accessibile agli individui ciechi.
Molti dei piaceri del mondo moderno sono accessibili con la vista. Questi piaceri procurano un senso di benessere, di collegamento a una comunità storica e creativa. Una delle sfide principali per gli esperti nei vari campi è di arricchire la vita delle persone con disabilità sensoriali. |