Occorrente:
ago, filo, bottoni, tessuti, forbici, spilli (meglio quelli con la capocchia rotonda e grande) poggiaspilli, infila-aghi, macchina per cucire.
N.B. porre tutto l’occorrente in un cestino. Faciliterà il suo ritrovamento prima, dopo e durante il lavoro.
- CUCIRE A MANO
Problemi: infilare l’ago, gugliata (lunghezza del filo usato per cucire), fare il nodo al filo, riconoscere il colore dei fili, riconoscere il colore e i tipi di bottoni, cucire andando dritti, centrare i giusti fori del bottone, trovare punti di riferimento chiari.
- Infilare l’ago: come e cosa usare per infilarlo, pericolo di pungersi, dove riporlo per ritrovarlo.
Come e cosa usare per infilare l’ago:
esistono in commercio vari ausili per infilare gli aghi e aghi chiamati “autoinfilanti”, il tutto reperibile nelle mercerie (non sono ausili specifici per non vedenti), gli aghi autoinfilanti se non si trovano con facilità si possono reperire nei centri tiflotecnici.
Macchinetta infila-ago
Può essere predisposta per uno o due aghi (solo cotone “aghi con la cruna piccola” e anche lana “aghi con la cruna più grossa). I due camini hanno le estremità di colore diverso e si possono distinguere anche inserendo l’ago: se si mette l’ago piccolo nel camino per l’ago grande, l’ago affonda molto e non è stabile “balla”, mentre in quello apposito affonda un pochino e sta abbastanza fermo; al contrario, se si infila l’ago grosso nel camino dell’ago piccolo, fa fatica a entrare e non affonda, nel proprio affonda un pochino e sta abbastanza fermo.
Se si posiziona la macchinetta con le rotelline spingifilo rivolte verso di se, il camino grande sarà a sx e quello piccolo a dx.
Come si usa:
- Si mette la cruna dell’ago nel camino in modo da avere la punta in alto.
Si posiziona il filo nella fessura dietro al camino in modo che le estremità del filo siano una a ore 12 e l’altra a ore 6 e si controlla che il filo sia ben disteso da una parte e dall’altra.
Ogni camino ha un cursore che, spostato e mantenuto in avanti, fa scorrere all’interno della macchinetta una “linguetta” di metallo, sottile e piccola, che spinge il filo dentro alla cruna dell’ago, questa “linguetta” fuoriesce dal camino preceduta dal filo in modo da poterlo afferrare tra pollice e indice e tirarlo fino a far uscire l’estremità di filo distesa a ore 12 (lasciata più corta), infatti la mano che spinge il cursore deve anche contemporaneamente tenere fermo il filo rivolto a ore 6 per tirare fuori dalla cruna solo l’altra estremità (un’estremità sola deve fuoriuscire dalla cruna altrimenti l’ago non resta infilato perché si estrae tutta la gugliata di filo!); si rilascia il cursore e si estrae l’ago dal camino che si porterà dietro il filo.
Infila-ago manuale
È una sottile placca di metallo con all’estremità un piccolo rombo costituito da una filo sottilissimo, sempre di metallo.
Come si usa:
si afferra con pollice e indice la punta del rombo (chiudendolo un po’ per farlo entrare facilmente nella cruna dell’ago) e con pollice e indice dell’altra mano (punta delle dita in prossimità della cruna) si avvicina l’ago e si infila il rombo nella cruna (la punta del rombo entrando nella cruna fa si che il rombo si stringa per passarci dentro e si riallarghi una volta uscito).
Si passa un’estremità del filo nel rombo (una facilitazione è avvolgere il filo attorno ad uno spillo a capocchia grossa e infilare quello nel rombo) e poi si estrae dalla cruna il rombo che si porterà dietro il filo in modo da avere l’ago infilato, solo un’estremità, l’altra si tiene ferma.
In pratica il rombo non è altro che una “cruna più grossa” tattilmente più individuabile dove passare il filo.
Non tutti trovano questo metodo “semplice”; infatti richiede una buona motricità fine e discriminazione tattile.
Aghi autoinfilanti
L’estremità superiore della cruna è chiusa da una parte mobile detta “mollettina” in modo che spingendo il filo con un po’ di pressione si abbassa per poi ritornare a chiudersi.
Come si usa:
per spingere la mollettina in basso e far entrare il filo bisogna che questo sia abbastanza teso per far forza, quindi è meglio accavallare il filo sulla punta dell’indice e impugnare le due parti del filo con le altre dita per tenerlo teso; si afferra l’ago tra pollice e indice vicino alla cruna per spingerla verso il filo teso sull’indice dell’altra mano fino a quando si sente un leggero “tac” che consente di capire che la mollettina si è abbassata (per far entrare il filo) e rialzata (si è richiusa) e l’ago si è infilato.
Possibili problemi: la cruna larga può lasciare dei fori un po’ eccessivi nel tessuto; il filo si aggancia ma si sgancia anche abbastanza facilmente se il tessuto da cucire è grosso e quindi tirando l’ago fuori dal tessuto si tende anche il filo che può uscire dalla mollettina.
Gugliata:
è la lunghezza del filo usato per cucire.
Per prendere la misura della gugliata si tiene il capo della spoletta con una mano e con l’altra si srotola il filo dalla spoletta fino a portarla vicino alla spalla, prendendo come riferimento per la lunghezza il proprio braccio tenendolo teso; oppure appoggiando la mano che tiene il capo del filo vicino alla spalla corrispondente si srotola la spoletta fino all’altra spalla. Se si vuole il filo più corto si può prendere come riferimento la lunghezza tra mano a gomito, tra spalla e centro del petto ecc.
E’ importante far capire il nesso tra la lunghezza della gugliata e la lunghezza della cucitura; se si deve cucire qualche centimetro di stoffa, servirà poco filo; se la cucitura è molto lunga si faranno gugliate di filo più lunghe, non troppo per non far attorcigliare il filo e difficili da gestire. Dopo qualche prova si troverà la propria misura.
Fare il nodo al filo
- Si infila l’ago e si tiene con una mano,
- con l’altra si pareggiano i due capi del filo e si tengono uniti tra pollice e indice; (questa operazione non è così facile per la scarsa sensibilità quando il filo è fine; bisogna tenere fermo l’ago per tendere i fili; ago “giù” e fili “su”....
- l’altra mano lascia l’ago e avvolge il filo doppio attorno alla punta dell’indice, 1 o 2 giri per formare un anellino di filo che terrà fermo il pollice della stessa mano;
- si scorre l’indice all’indietro per arrotolare l’anellino su se stesso facendolo scivolare fuori dalla punta tenendolo fermo sul pollice;
- si tira con l’altra mano il filo fino a formare il nodino che si sentirà tra i polpastrelli.
Riconoscere il colore dei fili
Marcare i rocchetti per individuare il colore del filo.
Utilizzare rocchetti con forme e dimensioni diverse a seconda del colore.
Infilare dentro il rocchetto foglietti con indicazione in braille o con tessiture associabili al colore.
Utilizzare “ordinette” con scomparti e settori da marcare in braille (anche solo le iniziali) o con feltrini adesivi di tessiture differenti. Con questa modalità occorre ricordarsi sempre di rimettere al posto giusto il rocchetto appena utilizzato.
Primi punti:
- cucire 2 lembi di stoffa (tenere stoffa in orizzontale)
Usare il pollice come orientamento.
Uscire da sotto al centro del pollice.
Tornare sotto alla sx del dito e risalire alla sua dx.
Spostare il pollice sul punto in cui si è appena risaliti con l’ago (per facilitare, spostarsi mentre l’ago non è ancora fuoriuscito completamente).
Di nuovo scendere alla sx del dito e risalire alla sua dx.
Continuare così.
- per cucire 2 lembi più resistenti (tenere stoffa in verticale)
Pollice alle 3.
Si inizia alle 6 del dito in uscita.
Si entra poi alle 12 del pollice per riuscire a metà dell’unghia.
Il pollice si sposta poi alle 12 (dove prima si era entrati) e si procederà così.
- Bottoni
Riconoscere il colore e i tipi di bottoni
- Per riconoscere il colore dei bottoni, occorre organizzarli in contenitori marcati. I bottoni con doppio colore (il dritto ha un colore e il rovescio un’altro) devono essere segnalati al momento dell’acquisto e riconoscibili al tatto (di solito la superficie è lievemente diversa).
Si possono dividere anche per forma: a due buchi, a quattro, a funghetto ecc.
Come individuare il punto sul quale attaccare il bottone.
La posizione va stabilita in base alla disposizione degli altri bottoni che formano la fila.
Di solito quando un bottone si stacca si sente al tatto dove era attaccato (si sentono i buchini lasciati nel tessuto dall’ago o si sente del filo rimasto nel tessuto), se non si sente e il bottone staccato è fra due attaccati, il punto da prendere come riferimento si ottiene piegando il tessuto per portare i due bottoni più vicini (uno sopra e l’altro sotto a quello staccato) uno sull’altro; la piega del tessuto sarà il punto dove deve essere attaccato il bottone e si marca questo punto con uno spillo a capocchia grossa (sarà facilmente ritrovabile) infilandolo in direzione della piega; si misura anche la distanza dal bordo del tessuto regolandosi con gli altri bottoni;
oppure si abbottona (per es. la camicia) e si segna con uno spillo la parte di tessuto sottostante all’asola.
Oppure si usa il metro tattile misurando la distanza da tenere tra bottone e bottone.
Se il bottone è unico (tipo bottone sulla cintura di pantaloni o gonne) il riferimento si può prendere chiudendo la lampo e sovrapponendo la parte di cintura con l’occhiello sulla parte di cintura dove era attaccato il bottone, l’occhiello sarà il punto di riferimento sotto al quale andrà attaccato il bottone.
Cucire i bottoni a due buchi:
- si prepara l’ago infilato con il nodo;
- si individua la parte dritta e rovescia del bottone;
- si individua come orientare i buchi del bottone (come sono cuciti per es. sulla camicia; se sono cuciti con i buchi in verticale o in orizzontale), in ogni caso è meglio avere i buchi in verticale, se sono cuciti in orizzontale si gira la camicia per averli in verticale al momento di cucirli (questo per comodità nel cucire, in modo da avere un binario da ore 6 a ore 12);
si individua dove cucire il bottone e si infila l’ago, da sotto fino, fino al nodo e si inserisce il bottone posizionandolo;
- il bottone si tiene fermo da sopra al tessuto con il pollice e da sotto al tessuto con l’indice, a lato dei buchi;
- si organizza così il binario da seguire con l’ago per fare il ponte di filo che lo salderà al tessuto;
(per esempio: se si è entrati da sotto con l’ago a ore 12, si entra poi da sopra nel buco a ore 6 e lo si recupera da sotto sempre tirando l’ago fino a tendere tutta la gugliata di filo; questo movimento va ripetuto 4 o 5 volte per dare robustezza al ponte.
Durante questi passaggi da sopra a sotto, è importante fissare la posizione di pollice e indice sul bottone per non perdere il riferimento dei buchi e non rischiare di passare nello stesso buco;
è importante tenere l’ago perpendicolare al foro per evitare di prendere del tessuto lontano dai buchi rischiando di arricciarlo.
Chiusura del ponte di filo (fare il nodo): tra bottone e tessuto.
- Portare il filo con l’ago tra bottone e tessuto, per far questo si entra con l’ago dal buco e invece di tenerlo perpendicolare lo si inclina per recuperarlo sotto al bottone e si tira fino a tendere la gugliata;.
- si avvolge il filo 2 o 3 volte attorno alla base del bottone (come per “strozzarlo” in modo da sollevarlo leggermente dal tessuto e facilitare il passaggio del bottone nell’asola);
- per fare il nodo si infila parzialmente l’ago tra la strozzatura e si avvolge il filo 2 o 3 volte attorno alla punta e si tira l’ago e la gugliata; in questo modo si forma il nodo.
Chiusura del ponte di filo (fare il nodo): sotto al tessuto.
- Strozzare il bottone e passare l’ago sotto al tessuto.
- Infilare parzialmente l’ago tra i fili che legano il bottone al tessuto, si avvolge il filo 2 o 3 volte attorno alla punta e si tira l’ago e la gugliata; in questo modo si forma il nodo.
N.B. Altra modalità per fare il nodo sia sopra che sotto al tessuto, è quella di infilare l’ago fino a far uscire la cruna e, prima di completare il punto, inserirlo nell’asola di filo ancora da tirare; poi si tira e si forma il nodo.
- tagliare il filo:
il filo si taglia sul rovescio della camicia (se si è fatto il nodo tra bottone e tessuto si porterà l’ago al di sotto).
Per non rischiare di tagliare la stoffa o lasciare codine di filo lunghe, si infila un bottone piatto a contatto con il tessuto e tenendo il filo teso si taglia il filo con le lame delle forbici parallele vicino al bottone; se non si usa il bottone, usare le dita con il filo tra indice e medio, mettendole a contatto del tessuto, tendere il filo e tagliarlo al di sotto e vicino alle dita (le altre dita tengono disteso e fermo il tessuto).
Bottoni a quattro buchi
Adottare la tecnica utilizzata per i bottoni a 2 buchi considerando 2 buchi alla volta (doppio binario verticale: direzione 12-6).
Pollice e indice fanno da riferimento (come descritto per il binario da seguire). Per avere una miglior presa sul bottone si copre il binario più vicino (alla presa) e si inizia a fare il ponte sul binario più esterno. Dopo 5 o 6 passaggi (ponti) passare all’altro binario effettuando lo stesso numero di passaggi. Il bottone è già in parte fissato.
Per effettuare il ponte sul secondo binario si può:
- spostare indietro la presa in modo da liberare i buchi precedentemente coperti (la superficie di presa é minore).
- oppure: ruotare di 180° il tessuto in modo da ricreare la situazione iniziale e quindi avere maggior presa sul bottone e il binario da cucire esterno. Il ponte di filo del primo binario fará da ulteriore riferimento.
Effettuare per entrambi i binari lo stesso numero di passaggi (ponti).
E´importante non confondere i buchi dei due binari per non formare incroci di fili, esteticamente differenti dalla cucitura degli altri bottoni.
Cucire il bottone incrociando tutte le volte i fili richiede maggior controllo ad ogni passaggio ed inoltre i riferimenti della presa risultano meno chiari. E´ comunque una modalità utilizzata poco e solo per capi sportivi.
La chiusura é identica a quella per i bottoni a due buchi.
Bottoni a funghetto
I bottoni a funghetto sono caratterizzati da un anellino, più o meno pronunciato, al di sotto del bottone.
- Si cuciono tenendo premuto il bottone nel punto dove andrà cucito;
- si capovolge l’indumento e si cuce sul rovescio, passando l’ago tra:
tessuto-anellino-tessuto (binario da ore 3 a ore 9);
- l’anellino, tenendo premuto il bottone sul tessuto, lo si percepisce sul rovescio con l’ago e di solito non è difficoltoso farlo passare tra un foro e l’altro per fare il ponte di filo;
- si fanno 4-5 passaggi e si chiude il ponte con il nodo.
Gancetti
- I gancetti si cuciono sul tessuto facendo il ponte sugli anellini (5-6 passaggi);
- per fare in modo che il tessuto sia accostato quando si agganciano, bisogna cucirli alla giusta distanza: uno su un lato e l’altro sull’altro lato dell’indumento.
Note:
Nella fase di apprendimento per cucire un bottone:
- partire dai bottoni più grandi e passare progressivamente a quelli più piccoli;
- iniziare dai bottoni con 2 fori, poi quelli con 4, i “funghetti” e infine i gancetti;
- preferire i bottoni con i fori inseriti in due binari (fessure parallele);
- utilizzare un tavolo senza tovaglia perché è più facile ritrovare il filo appoggiato;
- iniziare con un filo consistente e un tessuto che non scivola; consentono un approccio più facile per capire il procedimento e il risultato;
- passare il la gugliata tenendo il filo teso, viceversa è difficile da percepire.
- Far scegliere alla persona bottone e colore dei fili, spiegandone l’effetto estetico delle scelte.
- FARE L’ORLO
N.B. La stoffa è formata da trama e ordito (fili verticali “tipo cancello” e fili orizzontali, che si intrecciano fra di loro.
Perché si fa l’orlo:
1) per non far sfilacciare la stoffa (risvolto di pantaloni, maniche, bordini per tovaglie, tende ecc.);
2) per mettere l’indumento “a misura” (le taglie degli indumenti sono varie e la lunghezza degli indumenti è lasciata per poter andar bene a tutti in base all’altezza (le persone pur avendo la stessa taglia hanno altezze diverse!).
Come si prende la misura dell’orlo; per es. i pantaloni:
si indossa il capo e stando dritti qualcuno deve puntare con lo spillo la lunghezza ideale; non ci si deve piegare, altrimenti i pantaloni seguono la piega delle gambe e si rischia di “sfalsare” la giusta lunghezza, per questo è difficile farlo da soli. Al momento dell’acquisto le commesse chiedono se si ha bisogno di puntare l’orlo ed eventualmente mettono a disposizione la sarta che lo può cucire (di solito a pagamento).
ORLO A MANO
- si usa il metro e si misura quanta stoffa va risvoltata;
- si misura dal fondo fino al segno (dove c’è lo spillo).
- L’orlo va risvoltato una prima volta e poi una seconda per far restare all’interno la parte che sfilaccia.
- Se si decide che il bordino di orlo dovrà essere di 2 cm, ricordarsi di lasciarne quasi il doppio dal segno dello spillo (per il doppio risvolto) e quindi tagliare l’eccesso di stoffa: per esempio, se dal fondo dei pantaloni al segno ci sono 8 cm, se ne taglieranno circa 4 per risvoltarne 2 + 2 e arrivare al segno dello spillo.
- L’operazione va fatta con i pantaloni al rovescio, parte dalla quale si farà la cucitura.
- Per fermare il risvolto di tessuto si puntano gli spilli intorno alla circonferenza (uno spillo ogni 10 cm circa).
- Infilato l’ago e fatto il nodo, si inizia a cucire partendo a inserire l’ago sotto al bordo doppio per nascondere il nodino;
- il bordo si tiene verso il corpo a ore 6 e il resto dell’indumento appoggiato a ore 12 sul tavolo o base d’appoggio o sulle ginocchia.
- L’ago esce dal bordo doppio e si tira sempre tutta la gugliata (non troppo per non arricciare il tessuto), si prende il tessuto sotto al bordino facendo un piccolissimo punto (la punta dell’ago entra ed esce vicinissima) per non far vedere il punto sulla parte dritta dei pantaloni (si chiama infatti “punto invisibile”);
- poi l’ago entra nel risvolto, si tira la gugliata, rientra sul tessuto sotto (punto invisibile) e così via fino al punto di partenza.
- Mentre si cuce, il pollice della mano che tiene il capo tra risvolto e tessuto, fa da guida alla cucitura, lo stesso fa l’indice posto al di sotto.
- Si deve tener conto anche della lunghezza del punto, data dallo spostamento dell’ago dopo aver fatto il punto invisibile;
- questa misura la darà il pollice che fa da guida, più lo si sposta e più lungo sarà il punto.
- Alla fine la chiusura con il nodo si fa sempre sotto al risvolto per nasconderlo, oppure al posto del nodo si fanno 2-3 punti nello stesso punto.
- MACCHINA PER CUCIRE
A cosa serve:
a cucire un po’ di tutto, tranne per fare l’orlo invisibile (anche se alcune macchine professionali lo fanno)
Caratteristiche:
Tranne quelle a pedale, orami in disuso, la macchina da cucire va attaccata alla presa di corrente.
Ogni macchina è corredata da un manuale di istruzioni che ne spiega il funzionamento e le caratteristiche. È fondamentale consultarlo e memorizzare le operazioni di uso più frequente.
Ha un pedale che attiva il funzionamento elettrico, sensibile alla pressione (più pressione si fa e più veloce (e rumoroso) è l’andamento dell’ago. All’inizio può spaventare, quindi eventualmente per chi non ha esperienze precedenti, presentare con calma il funzionamento a macchina spenta. Lo si farà esplorare con le mani e si valuterà la forza da imprimere, poi si proverà con il piede.
Il pedale dovrà essere posizionato in un punto facile e comodo da ricercare con il piede, il quale dovrà essere poggiato bene a terra e a fianco del pedale per non rischiare di avviarlo senza accorgersene; il piede va allontanato dal pedale quando si finisce di cucire o si armeggia con ago, stoffa, manopola, filo ecc.
Ha una manopola laterale per muovere l’ago su e giù.
Ha bisogno di due fili per cucire.
Per infilare l’ago alcune macchine hanno un infila-aghi incorporato, altrimenti si adottano altri metodi (vedi infilare l’ago, anche se per la macchina da cucire c’è l’ostacolo che l’ago non si può tenere in mano perché è fissato nella propria sede, si potrebbe smontare per infilarlo, però riposizionarlo non è semplice), oppure si acquistano le macchinette infila aghi per la macchina da cucire.
Ha un piano, a fianco al piedino che si abbassa sulla stoffa, caratterizzato da linee (poco percepibili al tatto) che servono da guida per mantenere la stessa distanza sul tessuto della cucitura; per avere una linea guida si potrà usare del nastro adesivo, attacca/stacca e di un certo spessore, per poterla percepire.
ORLO CON MACCHINA DA CUCIRE
- a differenza dell’orlo a mano che resta invisibile sulla parte dritta dei pantaloni, l’orlo a macchina si vede;
- di solito l’orlo a macchina viene fatto su capi sportivi tipo jeans o per bordure tipo orlo tovaglia, tovaglioli, ecc.;
- l’orlo si cuce quasi sempre al rovescio per avere come guida il risvolto e stabilire la distanza che si vuol tenere per eseguire la cucitura;
- si prepara l’orlo come per l’orlo a mano ma è meglio fare un’imbastitura prima di fare la cucitura a macchina e togliere gli spilli, potrebbero intralciare il passaggio dell’ago e romperlo.
Come si cuce:
all’inizio per capire i movimenti del tessuto e imparare a tenere la linea di cucitura:
- si cuciono bordini di stoffa dritti (binario a I)
- si prova a bordare un tovagliolo (cucire vari lati e capire cosa si deve fare quando si cambia lato);
- bordini tondi di “presine” (simulando prima su un pezzo di stoffa il movimento da fare per seguire una forma tondeggiante), ecc.
Si deve tenere la stoffa orientata con la parte da cucire (bordura) a ore 3, verso il piedino della macchina e il resto sul piano d’appoggio a ore 9; questo per la conformazione della macchina da cucire, infatti a ore 3 c’è un passaggio limitato (un buco).
N.B.
Sulla macchina da cucire potrebbero servire delle marcature:
- lungo la corsa delle leve che regolano la lunghezza del punto e la retromarcia;
- per lo spostamento laterale dell’ago;
- per indicare la direzione di cucitura, qualora le linee guida incise sul piano della macchina non siano percepibili o abbastanza efficaci; (in questo caso è molto utile una striscia di nastro adesivo spesso “attacca e stacca”) ecc.
Per tutto il resto è meglio consultare insieme a qualcuno l’apposito manuale, provare le varie funzioni, valutando difficoltà e fattibilità; se necessario trascrivere in Braille il manuale di istruzioni o fare degli ingrandimenti. |