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MANGIARE

Considerazioni
Imparare a mangiare, usare le posate, ecc. non si acquisisce in modo spontaneo. E’ un apprendimento lungo per tutti e la visione facilita tale compito. Per chi è privo della vista, è necessario che venga assistito, affinché possa apprendere e assimilare i movimenti necessari e riprodurli autonomamente. Far apprendere ai bambini a mangiare in modo adeguato eviterà le cattive abitudini e li renderà più indipendenti. 
Anche per chi ha perso la vista può essere difficile fare ciò che  faceva prima, per esempio: versare, tagliare, ecc.
Durante l’insegnamento è molto importante dare istruzioni precise.
I bambini devono imparare a utilizzare le proprie mani, le posate e le stoviglie in modo funzionale, imparare a conoscere la disposizione del coperto, dei cibi nel piatto, ecc. e il modo corretto di stare seduti a tavola.
Di seguito alcune considerazioni in merito all’insegnamento:
- deve essere fatto individualmente. Non esiste un metodo sicuro per tutti e in ogni occasione, ma una serie di tecniche che si adatteranno a ogni persona e situazione; inoltre, può non far piacere, quando ancora si è incerti sul da farsi, farlo con altre persone.
- Le lezioni vanno proposte in orari adeguati. Dovendo fare esperienza diretta, è meglio affrontare la lezione avendo anche voglia di mangiare.
- Mangiare cibi adeguati a colazione, pranzo o cena; mangiare una bistecca a colazione può non essere gradito!
- Informarsi su eventuali intolleranze alimentari o cibi sgraditi.
- Evitare di trasmettere gusti o pareri personali.
- Descrivere ciò che è presente in tavola: orientamento a tavola e nel piatto.
- Far provare diverse confezioni, per es. vasetti, monodose, ecc., non solo per scegliere quella che più piace ma per sperimentare ciò che si trova in commercio, negli alberghi e nei ristoranti.
In merito agli orari in cui insegnare a mangiare, vi sono lati positivi e negativi sia nel farlo durante il pasto sia fuori pasto:
- durante il pasto: si ha fame, si mangia, si sceglie fra più portate, la lezione è più dinamica; per contro: la fame può venir meno a causa di stress nell’imparare le tecniche, per imbarazzo/disagio o per la presenza di altre persone;
- fuori pasto: più calma e tranquillità, anche per apprendere le tecniche; per contro: non si ha voglia di mangiare, certi odori/sapori possono dar fastidio in certi orari.
* Ricordarsi di iniziare con gesti e cose semplici per passare pian piano a operazioni e alimenti più difficili. Non è importante quanto si fa, ma fare poco per volta e bene.

Tecniche e suggerimenti che si insegnano

Orientamento: per orientarsi a tavola (ma anche in altre occasioni che vedremo in altre unità) si usa far riferimento alle ore dell’orologio o ai punti cardinali. E’ un modo che con poca pratica permette di individuare facilmente la disposizione degli oggetti e, soprattutto, non dà adito a fraintendimenti.
Esempio: nel piatto la bistecca è a ore 6, il purè a ore 12. Sul tavolo il bicchiere è a ore 1 il pane a ore 10; oppure la bistecca è a sud e il purè a nord, ecc.
L’organizzazione mentale/spaziale è utile per destreggiarsi in ogni attività e occasione.

Esplorazione e ricerca
Per cercare le cose su un tavolo, si suggerisce di tenere le mani perpendicolari al piano con le dita curvate e morbide e muoverle delicatamente in modo che incontrino i vari oggetti senza rischiare di rovesciarli.
Il movimento di cercare gli oggetti con movimenti delle mani dall’alto verso il basso o a “spazzata” con il palmo della mano, anche se movimenti più spontanei rispetto a quello suggerito, sono meno funzionali perché fatti “per aria” e con minor controllo della superficie che si esplora.
Per avere il controllo della superficie che si esplora, bisogna partire da un punto ben preciso (punto di riferimento) e procedere in modo da passare tutta la superficie e non tralasciare degli spazi; un metodo è procedere per binari verticali, orizzontali o a cerchi concentrici.
Questo metodo si suggerisce anche quando si intende sgombrare il tavolo o altro. Ci si posiziona in un punto, per esempio a metà del lato più lungo, se il tavolo è rettangolare, e si procede con movimenti delle braccia/mani che partono dal proprio corpo, si allargano sul piano, ritornano verso il corpo e così via. Per pulirlo, una mano può “tenere il segno” e l’altra pulisce.

Sedersi a tavola
- Stare seduti in modo adeguato; oltre a essere  una forma di educazione e buona abitudine per mantenere una postura corretta,  permette di maneggiare meglio le posate.
- Localizzare il posto in cui sedersi, spostare la sedia e prendere posto.
- Esplorare ciò che si trova nel proprio spazio di tavolo: il piatto, intorno e in prossimità del piatto, informarsi cosa c’è in tavola per farsi passare ciò che si desidera o servirsi da soli.

Funzione delle posate
Molto importante è far apprendere nel modo corretto l’impugnatura o le varie impugnature a seconda delle operazioni da svolgere.
Forchetta:
- usata con le punte dei rebbi verso il basso, serve per infilzare i pezzi di cibo da portare alla bocca; serve anche quando si taglia con il coltello un pezzo di cibo, in questo caso la punta dei rebbi si infilza nel cibo per tenerlo fermo mentre il coltello taglia e, prima ancora può servire per controllare il boccone da tagliare “v. saltino”.
- usata con le punte dei rebbi verso l’alto, serve per controllare la disposizione del cibo nel piatto: il dorso si picchietta delicatamente nel piatto, si sentirà il rumore che produce quando tocca il piatto e quello quando incontra il cibo. Tenuta in questo modo serve anche per raccogliere il cibo e portarlo alla bocca.
Cucchiaio e cucchiaino:
- Raccolgono i cibi liquidi o densi trattenendoli nella parte concava;
- tenuti in verticale con la punta che tocca il fondo si mescola: i movimenti sono avanti e indietro nel contenitore, circolari, a 8, ecc.
- Raccolta liquidi: si affonda il cucchiaio a ore 3,  si pesca più o meno verso il fondo; si fa risalire per la raccolta verso ore 9, o viceversa se impugna con la mano sinistra
- Raccolta cibi densi o solidi (es. budino, torta): il cucchiaio taglia il boccone con il bordo, rivolgendo la parte convessa a ore 12, si affonda  in parte o fino fondo e si raccoglie verso ore 6 ruotandolo fino a portare la parte convessa verso il basso.
Coltello:
- Per individuare la parte tagliente del coltello, si può far scorrere la forchetta su ogni lato della lama per trovare i denti; si può anche passare la lama sul bordo del piatto ma è meno educato; se la lama è liscia può essere difficile capirlo fino a quando non si taglia, oppure si può cercare con il dito la curva situata tra manico e lama; in alcuni coltelli molto netta, in altri meno
- Con la lama verso il basso, perpendicolare al piatto, taglia il cibo (es. tagliare la carne, affettare il salame o il pane ecc.).
- Con la lama in orizzontale, rivolgendo i dentini o la parte affilata verso l’esterno, si usa per dividere a metà, per esempio un panino. Meglio non rivolgere la lama all’interno, per non rischiare di tagliarsi.
- Il coltello si usa anche per controllare di aver tagliato completamente il boccone e la dimensione dello stesso prima di portarlo alla bocca: si gira la lama attorno al boccone trattenuto dalla forchetta.
- Si usa anche come barriera per la raccolta del cibo con la forchetta.

Orientamento nel piatto
La disposizione del cibo nel piatto deve facilitare la ricerca, il taglio e la raccolta.
Per facilitare questa operazione si disporranno i cibi  in un certo ordine. Come detto in precedenza, per la comprensione della disposizione si usa come “rappresentazione mentale” la disposizione delle ore sul quadrante dell’orologio.
Per esempio si disporrà nel piatto la carne a ore 6, le patatine a ore 12.
Gli alimenti da tagliare è meglio disporli a ore 6 per comodità e per evitare di spingere gli altri alimenti fuori dal piatto.
Se non si conosce la disposizione si esplora con la forchetta, individuata la disposizione, se necessario, si ruota il piatto fino ad avere l’alimento che sta per esempio a ore 9, a ore 6.

Controllo boccone
Per controllare le dimensioni del boccone si effettua una prima valutazione esplorando con la forchetta le dimensioni dell’alimento, lo si infilza con i rebbi partendo da un lato e si controlla con il coltello di quanto la forchetta si sia spostata (saltino della forchetta da un lato sulla superficie del cibo); si procede al taglio spostandosi leggermente dai rebbi della forchetta controllando di quanto inclinando il coltello verso i rebbi e si taglia, lo stesso per l’altro lato da tagliare che andrà fatto vicino al lato esterno della forchetta; prima di portare il boccone alla bocca, si solleva la forchetta e con il coltello si controlla che sia ben attaccato  girandoci intorno; si controlla anche che non vi siano filamenti ancora da tagliare o a penzoloni e anche le dimensioni del boccone.
Quando si porta il boccone in bocca si verificherà se sarà grande, piccolo o giusto e di conseguenza ci si regolerà con i successivi tagli.

Pulizia posate
Le posate vanno pulite da eventuali residui di cibo quando si lasciano appoggiate ai bordi del piatto, sia per fare una pausa e soprattutto quando si ha finito il pasto.
- Si pulisce la forchetta passando il profilo della lama del coltello sulla parte concava e convessa, strisciandola in modo delicato partendo dall’inizio dei rebbi verso le punte, in modo da far cadere eventuali resti nel piatto.
- Le parti piatte della lama del coltello si puliscono con la forchetta (parte laterale) strisciandola su tutto il lato della lama fino alla punta.

Controllo bordo del piatto e tavolo
Finito il pranzo si controlla che sul bordo del piatto non vi siano residui di cibo (usare la tecnica di esplorazione) e, se ve ne sono, spostarli al centro del piatto con le posate, questo per evitare che trasportando i piatti dal tavolo per essere lavati,  ci si sporchi le mani o che altri se le sporchino.
Si controlla anche intorno al piatto che non sia uscito del cibo sulla tovaglia; lo si fa con le mani e, se qualcosa è uscito, si prende e lo si mette nel piatto pulendosi poi le mani nel tovagliolo.

Tecnica di ricerca
Ci si aiuta con il dorso della forchetta perché ha una superficie ampia che esplora e quindi dà maggiori indicazioni, mentre nell’altro senso sarebbero solo le punte dei rebbi che toccano il cibo (poca superficie e rischio di infilzare ciò che si tocca).
Il dorso della forchetta lo si picchietta leggermente sul cibo, senza strisciarla per non trascinarlo. Si avranno indicazioni sulla consistenza del cibo (cibi da raccogliere, cibi da tagliare) e, esplorando tutta la superficie , sulla disposizione. Per esplorare la superficie si parte per esempio da ore 12 facendo il giro completo del piatto lungo il bordo e poi a binari verticali od orizzontali coprendo tutta la superficie.

Tecnica di raccolta (es. riso o minestra in brodo)
Nella raccolta bisogna fare attenzione a non far uscire dal piatto il cibo; questo si verifica quando il piatto è pieno, quindi “affondare” la forchetta (o cucchiaio) nel cibo muovendola dal bordo del piatto verso l’interno (es. da ore 3 al centro verso ore 9; nell’altro senso, da ore 12 a 6, si affondano la forchetta o il cucchiaio non dalla punta ma dal lato, la superficie più ampia sposta anche più cibo).
- Quando rimane poco cibo nel piatto si raggruppa al centro o a ore 6 usando il bordo della forchetta o la lama del coltello.
- Dopo aver raggruppato il cibo lo si raccoglie con la forchetta usando il coltello a modi “barriera” per evitare che esca dal piatto.
- Per le minestre in brodo, si può sollevare di poco il bordo del piatto a ore 12 per far convogliare il brodo a ore 6 e facilitare la raccolta delle due o 3 cucchiaiate rimaste.

Versare
Soprattutto per le bevande calde (possono scottare) è difficile sapere la quantità che si versa, è meglio versare poco liquido, bere la prima dose e regolarsi per le altre.
- Con una mano si tiene il bicchiere (tazza, ecc.) e con l’altra la bottiglia (caraffa, bricco, ecc.);
- si avvicinano uno all’altro in modo che il collo della bottiglia sia a contatto con il bordo del bicchiere ma leggermente più alto, questa leggera distanza è fondamentale per centrare il bicchiere;
- il contenitore col liquido si tiene in verticale e si porta in orizzontale per versare il liquido, questo movimento va fatto lentamente;
- se il contenitore è pieno, basterà piegarlo leggermente perché il liquido cominci ad uscire, se è pieno a metà un po’ di più e se è quasi alla fine molto di più; dopo qualche prova si imparerà il movimento.

Modalità. Esistono vari metodi per versare:
1) Inserire il DITO nel bicchiere
Non per tutti questo metodo è accettabile. E’ il più semplice e nella fase di apprendimento dà informazioni e conferme su ciò che si sta facendo.
- Si inserisce il dito indice nel bicchiere a secondo di quanto si vuole riempire;
- il dito si tiene appoggiato alla parete interna del bicchiere in modo che quando si versa, al centro, non venga bagnato altrimenti non si riesce più a percepire il livello;
- sarà il livello a bagnare il dito mentre si versa e a quel punto si smetterà di versare.
2) Ascoltare la differenza di RUMORE prodotta nel bicchiere mentre si riempie
Questo metodo è molto valido ma se c’è tanto rumore nella stanza è difficile percepirlo. Inoltre, il messaggio uditivo cambia in base al tipo di contenitore e di liquido. Di solito si fanno delle prove con bicchieri di carta e di vetro, la differenza è notevole.
3) Sentire la differenza di TEMPERATURA
Bisogna tenere le dita ben aderenti al bicchiere per sentire la variazione di temperatura del contenitore; oppure, sopra il bordo della tazza a modi coperchio per sentire caldo/freddo con il palmo della mano. Se il bicchiere non è a temperatura ambiente e il liquido non è abbastanza caldo/freddo da creare contrasto sufficiente, oppure se lo spessore della tazza è troppo “spesso”, questo metodo non risulta molto efficace, anche perché richiede una buona sensibilità.
4) Sentire la differenza di PESO mentre si sta riempiendo
Presuppone una percezione molto buona di differenze di peso anche lievi. Come per il rumore, il contenitore fa la differenza (es. bicchiere di carta o tazza in ceramica).
N.B. Mentre tutte le altre tecniche si possono fare in sospensione o in appoggio, questa tecnica va fatta tassativamente “aerea” e senza appoggiare la bottiglia sul bordo del contenitore per non sfalsare il peso.
5) MEMORIA MOTORIA
Ci si basa sui movimenti del braccio che versa (es. se si ha una bottiglia piena e si piega leggermente il braccio, il liquido comincia ad uscire un po’; in pratica, più si piega il braccio e più velocemente esce il liquido) anche se il movimento ha la stessa durata.
La quantità di liquido versato varia però in relazione al peso della bottiglia e alla quantità di liquido contenuta.
6) CONTARE
Mentre si versa si conta per es.: un-due-tre, e si controlla quanto liquido si ha versato.
Se si deve versare ancora del liquido, essendo il livello della bottiglia diminuito, si conterà un-due-tre-quattro.
In pratica ci si dà un proprio ritmo nel versare, ottenendo più o meno sempre la stessa quantità; è importante capire quando comincia ad uscire il liquido e quindi richiede anche un controllo uditivo.
N.B. non esiste un metodo sicuro per tutti e per ogni occasione; valutare di volta in volta le tecniche da adottare.

ZUCCHERARE
Zuccheriera - problemi: dose  e posizione del cucchiaino durante il trasporto.
- Si affonda il cucchiaino nello zucchero, poco o tanto per prendere la dose desiderata, dopo le prime prove si troverà la dose giusta;
- per evitare di versare sul tavolo lo zucchero raccolto, dopo la pescata, si  fa scorrere il manico del cucchiaino sul bordo della zuccheriera in modo che la parte convessa esca in posizione orizzontale;
- si fanno piccoli movimenti oscillatori laterali per far cadere l’eccesso di zucchero e si gessa la posizione fino alla tazza;
- per facilitare l’operazione è meglio posizionare la zuccheriera vicino alla tazza.
Per il travaso, si appoggia il cucchiaino sul bordo della tazza (il bordo fa da perno) e lo si capovolge per far cadere lo zucchero; se si pensa che la tazza sia piena e quindi si possa sporcare il cucchiaino, si può afferrare la tazza e usare un dito come base d’appoggio sulla quale mettere il manico del cucchiaino.
Bustina - è predosata. Prima di aprire la bustina bisogna scuoterla prendendola da uno dei lati corti (quello dove poi si aprirà) per far scendere tutto lo zucchero sul fondo, altrimenti aprendola si rischia di rovesciare quello rimasto in alto dove si strappa;
- si fa un piccolo strappo al centro, oppure si strappa la carta in orizzontale o si strappa  un angolo.

Taglio pane
Individuare il taglio della lama (v. funzione delle posate: coltello).
- Per tagliare il panino a metà nel senso orizzontale: si afferra il panino, circa a metà, con il pollice verso il corpo e le altre dita, opposte, verso l’esterno.
- Il pollice fa da guida per inserire la punta del coltello e per il taglio;
- la parte tagliente si direziona verso l’esterno e si ruota il panino fino a dividerlo a metà in senso orizzontale;
- oppure, se si ha paura di tagliarsi le dita, si tiene fermo il panino  mettendo il palmo della mano sopra  (tipo pressa), tenendo le dita unite e distese; si affonda il coltello e si taglia tutto attorno come nell’esempio sopra descritto.
- Per tagliare il panino a metà nel senso verticale (della lunghezza o larghezza):
tecnica a ponte: si afferra con il pollice da un lato e le altre dita unite sull’altro lato; il palmo resta sollevato sopra al panino (ponte); si inserisce il coltello tra il ponte appoggiando la lama sul panino; si affonda la lama e si fanno movimenti avanti/indietro per tagliarlo.

Affettare (pane tipo baguette, salame, ecc.):
- pollice e mignolo opposti afferrano ai lati l’alimento; le altre dita si appoggiano sopra, con le prime falangi piegate, oppure con le punte unite, in modo che facciano da limite e guida per il taglio della fetta e per stabilire lo spessore.
- La lama del coltello si appoggia sopra la parte alta e con movimenti avanti/indietro scende verso il basso per tagliare la fetta;

Spalmare
Si posiziona al centro del pane il “mucchietto” di alimento e si tira (si spalma) con il coltello usando la parte piatta della lama (esistono anche coltelli appositi per spalmare, più larghi, con punta arrotondata e lame non taglienti).
- si spalma il prodotto a raggiera: dal centro verso l’esterno;
- oppure, un po’ di prodotto verso una metà e il resto verso l’altra.
Il concetto è di coprire tutta la superficie, quindi di “progettare” dove posizionare l’alimento da spalmare e portarlo su tutto il pane.
Per far pratica si inizia con il pane, poi si passa al pancarrè tostato e alla fetta biscottata; infatti, quest’ultima, se si preme troppo si rischia di romperla.

Servirsi marmellate-nutella-miele da: vasetto o monodose
Usare il coltello risulta di solito più difficile, sia per prendere sia per trasportare l’alimento, ma sii è già pronti per spalmarlo. Molti preferiscono e usano il cucchiaino anche per spalmare.
Vasetto:
- aperto il vasetto si controlla il livello del prodotto con la punta del coltello o del cucchiaino, si inserisce piano fino a incontrare la resistenza del prodotto; per i prodotti meno densi  bisognerà fare più attenzione (es. tipo miele.
- Si affonda al centro il coltello o cucchiaino (una parte della punta, non tutto per non prendere troppo prodotto) e si va verso la parete del vasetto per la raccolta.
- Si toglie il coltello o cucchiaino, strisciando la parte inferiore sul bordo del vasetto per far scendere all’interno l’eccesso di prodotto
Per comodità e per evitare tragitti inutili, tenere il vasetto vicino al piattino dove c’è il pane.
Ricordarsi dove si mette il tappo per poi chiudere il vasetto.
Monodose:
Sono comode anche se più costose. Per riconoscere i vari gusti, meglio marcarle.
- Si aprono e si versa direttamente il contenuto sopra al pane; se il contenuto è denso, usare il coltello o il cucchiaino risulta più agevole che non dal vasetto.

Cibi da tagliare
Per apprendere la tecnica si può iniziare con cibi facili, per esempio una banana che, con un solo taglio per volta, consente di fare un boccone e di capire, prima con un controllo delle posate e poi in bocca, la dimensione; poi con una fetta di formaggio, consistente ma non troppo duro, rettangolare o quadrata, dello spessore di circa 1 cm, in modo da provare ad organizzare i vari tagli (es. da dove partire ecc.)
- Si individua la forma del cibo da tagliare usando le posate, sia la forchetta che picchietta sul cibo, sia il coltello che segue il perimetro.
- Si orienta nel piatto (v. orientamento nel piatto) e si organizza mentalmente dove e come iniziare a tagliarlo.
Tagliare la fettina di carne
- La tecnica è di porre il cibo a ore 6 e orientare i lati più lunghi a ore 9-3  e seguire dei binari.
- Si parte dall’angolo a ore 9 (o 3 a secondo di dove si tiene la forchetta), si posizionano i rebbi in verticale con la parte convessa rivolta verso il cibo e a contatto con esso; il coltello può servire sempre per controllare cosa si fa;
- Si fa un “saltino” sul cibo con la forchetta, per fare il boccone, strisciando leggermente con i rebbi per sentire dove e di quanto ci si sposta; si tiene ferma e, prima di infilzarla, si controlla anche con il coltello di quanto ci si è mossi, mettendo la lama in verticale dietro ai rebbi in modo da verificare a che distanza è la forchetta.
- Si infilza il cibo e si posiziona il coltello per il taglio, davanti e vicino alla forchetta, la lama deve essere ben dritta (perpendicolare al cibo e la punta un po’ oltre al bordo esterno della forchetta, dove si incrocerà l’altro taglio; si allontana un pochino il coltello dalla forchetta (se si taglia vicino ai rebbi si rischia di perdere il boccone) e si controlla di quanto ci si è spostati inclinando la lama verso la forchetta (più si inclina e più ci si è spostati e di conseguenza il boccone sarà più o meno grande); si rimette dritta la lama e si taglia, affondando il coltello, oppure si taglia con movimenti avanti/indietro; il taglio varia in base al tipo di cibo.
- Il secondo taglio per staccare il boccone, lo si fa mettendo il coltello a contatto con il lato della forchetta che si trova in direzione ore 12; si posiziona il coltello a ore 9, sul bordo del cibo e si affonda o taglia fino ad andare un po’ oltre alla forchetta verso ore 3, per incrociare l’altro taglio.
- Si solleva un po’ la forchetta e si controlla che il cibo (boccone) sia attaccato, senza altri  filamenti che potrebbero “trascinare” il cibo che deve restare nel piatto, passandoci attorno il coltello; se si incontra resistenza o filamenti o dimensioni eccessive, si riabbassa la forchetta e si ripete il taglio su 1 o 2 lati.
- Per i tagli successivi, lungo il binario orizzontale, si avrà l’indicazione del binario da seguire anche sul lato a ore 12. Finito il binario, si inizierà da capo con un nuovo binario orizzontale, controllando la dimensione del cibo che resta da tagliare e di conseguenza valutare se dividerlo ancora in binari orizzontali o fare un unico binario con il solo taglio verticale.
- Prima di portare il boccone alla bocca fare il controllo del boccone (v. controllo boccone).

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